CHIESA DI SANTA MARIA IN BORGO

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“l’interno è composto da quattro arcate a sesto acuto con pareti ricoperte da affreschi

L’antica esistenza della chiesa è stata confermata dalle evidenze archeologiche emerse durate l’ultimo restauro, completato nel 2000.
Le tracce di ciò che rimane di una prima chiesa, sono oggi visibili sotto il presbiterio.

LA COSTRUZIONE
Sono diverse le fasi che portarono la chiesa all’aspetto attuale, una sicuramente nel XIII secolo: nel serraglio della porta principale è riportata la data 1258 (secondo recenti studi 1458). Un documento la cita nel 1396 ed infine, sulla facciata, in alto dove s’ incontrano le falde del tetto, oggi è leggibile la data 25 giugno 1465. Ricorda il completamento di lavori iniziati nel 1456 e corrisponde all’ultimo rifacimento importante.
La facciata, semplice e intonacata, è tipica delle chiese del XV secolo, presenta un rosone centrale e due grandi finestre laterali, un portale a sesto acuto in pietra bianca, sopra vi sono la data già ricordata e il monogramma di S. Bernardino. Sulla destra sono visibili tracce di affreschi ormai irrimediabilmente rovinati. In alto, una decorazione corre sotto i due spioventi del tetto.

L’INTERNO
È ad una sola navata. Quattro arcate a sesto acuto la dividono in cinque campate, nell’ultima, separato da due gradini, è collocato il presbiterio.

Durante l’ultimo restauro notevole attenzione è stata riservata agli affreschi che ricoprono le pareti laterali e l’abside e si sono scoperti ulteriori dipinti sull’arco trionfale.
Nel XVII secolo furono fittamente martellinati, per far aderire l’intonaco con cui furono ricoperti, nel tentativo di arginare l’epidemia di peste.
Entrando, sulla parete sinistra, dopo l’immagine di un animale da soma, miracolosamente salvato, forse un ex-voto, troviamo un polittico ad affresco con i Santi eremiti Paolo, Onofrio (?), Giovanni Battista e Gerolamo.

La nicchia al centro ricorda la presenza di una statua di S. Antonio Abate, oggi perduta. Anticamente qui vi era l’altare a lui dedicato. L’opera è riconducibile ai Marinoni, una famiglia di artisti di Desenzano d’Albino, documentati alla fine del XV secolo – metà XVI secolo che ha lavorato anche in altre chiese di Nembro, quali S. Sebastiano e S. Nicola. Sotto si intravedono frammenti di figure più antiche. Continuando si possono notare diverse Madonne, S.S. Vincenzo e Rocco della bottega di Giacomo Borlone. Di questo artista, documentato dal 1460 al 1487 (a Clusone dipinse l’Oratorio dei Disciplini), è la bella rappresentazione che segue: una Visitazione. Sopra la porta laterale vi è un frammento di Annunciazione. Sono poi visibili altri affreschi incompleti con immagini dei SS. Pietro e Paolo e una figura di donna colta sulla soglia di un’abitazione. Di seguito possiamo vedere un’altra Visitazione
attribuibile alla bottega di Giovanni Marinoni, in parte rovinata dalla presenza di ciò che rimane dell’organo e un Cristo in Pietà di Maffiolo da Cazzano, documentato dal 1477 al 1514.

Il presbiterio presenta due altari laterali inseriti successivamente, andando così ad intaccare gli affreschi che ora affiorano solo in parte. Sono tra i più antichi e alcuni sono riferibili alla Scuola di Nembro come le due Madonne dipinte all’inizio della parete di destra. Nell’abside troviamo Maria Assunta tra Angeli, Apostoli, Sibille dipinti, insieme all’Annunciazione sull’arco, dai Marinoni tra il 1537 e il 1538.
La parete destra presenta affreschi datati tra il 1466 e il 1472: un trittico con S. Giovanni Evangelista, un Presepe in parte cancellato per la presenza del pulpito oggi rimosso e S. Stefano. Un S. Sebastiano con devoto, una Madonna del latte e San Sebastiano. Una serie di Madonne del latte e gli interessanti Madonna col Bambino e S. Rocco e due devoti, di scuola clusonese, databili al 1490.

Dopo alcuni anni fu sovrapposta la bella struttura a mensoloni con “occhi”: Padre Eterno, Santi e successivamente Processione della Madonna di Loreto, i santi che fanno da cornice alla Santa Casa: Caterina, Cristoforo, Martino (?), Lucia, sono elegantemente vestiti e le stoffe ed i loro attributi sono descritti con cura. In basso, un inconsueto dipinto La Vergine salva una nave dal naufragio.
Infine una piccola e ingenua immagine votiva Crocifissione: la Vergine, Gesù, e Santo Vescovo da ricondursi alla bottega dei Marinoni, datata 28 settembre 1521.
Nei piedritti dei pilastri notiamo numerose Madonna col Bambino e Madonna del latte, mentre nella parte inferiore troviamo dei santi, tra i quali i Santi Bernardino, Apollonia e Antonio abate. Sono tra gli affreschi più antichi, alcuni della Scuola di Nembro, altri di Scuola bergamasca.
La pala posta nell’abside Maria col Bambino e Santi, opera del 1720, è attribuita a Paolo Zimengoli, pittore veronese. Diverse tele sono visibili in alto lungo le pareti. La figura di S. Angelo Carmelitano, di autore anonimo del ‘600, è copia da un’opera del Cavagna. Di anonimo del ‘600 è anche la grande pala con S. Carlo Borromeo e Santi.