CHIESA SAN SEBASTIANO

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“Nella costruzione furono utilizzati materiali poveri: borlanti sistemati a lisca di pesce, non disposti ordinatamente

La chiesa di S. Sebastiano, dedicata anche a S. Maria della Misericordia, fu edificata dal Consorzio della Misericordia di S. Maria (MIA). La data è incerta. Era sicuramente esistente nel 1408 quando il notaio Obertino da Clusone, morendo, lasciava dei terreni alla Mia. 

LA COSTRUZIONE
La struttura è ad una sola navata divisa da due archi acuti in tre campate. In origine doveva trattarsi di una semplice chiesetta ad una sola campata. Dove oggi abbiamo l’entrata principale era posto l’altare, mentre l’ingresso, forse preceduto da un piccolo sagrato, doveva trovarsi all’inizio della stradina della Corna.

L’INTERNO
Sopra l’altare maggiore, in marmo nero con inserti policromi, dentro una cornice di stucco di epoca barocca è posto il Polittico, opera databile agli anni 40 del XVI secolo.
L’artista è, secondo i critici, il bergamasco Antonio Marinoni con la collaborazione, non certa, del fratello Bernardino o del figlio Ambrogio. Appartenevano ad una famiglia di pittori di Desenzano di Albino, attiva dagli ultimi anni del ‘400 alla metà del ‘500.
Preziosi affreschi sulle pareti di quella che doveva essere la chiesa primitiva. Alcuni datati alla fine del ‘300.
Sulla parete a destra, in alto, troviamo dipinti S. Francesco, un Santo Vescovo, una Madonna col Bambino, S. Cristoforo, S. Margherita, Incoronazione della Vergine e S. Stefano. 
Sotto incontriamo S. Cristoforo, seguono Madonna col Bambino e un’Adorazione dei Magi.
Più in basso si vedono una Madonna col Bambino, frammenti di Cristo in Pietà, alcuni Santi, Segue un’Orazione nell’orto.  Sulla parte opposta sono affrescati S. Antonio Abate, un Evangelista, S. Sebastiano. Seguono l’Annunciata, S. Maddalena, una Madonna del Latte, S. Alessandro e S. Antonio Abate.
Sono figure ingenue che si presentano raffinate ed eleganti nelle loro vesti colorate, immagini votive che raccontano la devozione popolare di un tempo.
La parete più interessante è quella dove in origine doveva trovarsi l’altare. Nonostante sia notevolmente danneggiata dall’apertura del portale d’ingresso e dalla finestra, sono ancora visibili brani della Passione di Cristo suddivisa in riquadri delimitati da scritte di cui sono leggibili solo alcune parole, sono databili ai primi anni del ‘400. 
Sulla stessa parete troviamo Madonna col Bambino, una Crocifissione, Orazione nell’orto, S. Onofrio e un Santo Vescovo.
Nella cappella dell’Addolorata, aperta nel 1866, vi è un dipinto che rappresenta la Pietà, attribuito al pittore nembrese Giovanni Carobbio (1687-1752).
Il piccolo organo (XVII sec.) che si trova attualmente nella cappella proviene forse da una ricca famiglia che lo ha donato nell’ottocento.
Sulle altre pareti sono poste le tele: l’Innalzamento della Croce di Giovanni Carobbio, Flagellazione, Deposizione dalla Croce e Gesù che prega nell’Orto degli Ulivi di autori ignoti.